Non tutti i diari sono uguali, perché non tutte le persone che si avvicinano a questo strumento hanno la stessa impostazione mentale, le stesse predisposizioni, la stessa padronanza della scrittura.
Per alcune persone può essere complesso e addirittura doloroso scrivere di sé, altre invece lo trovano semplicissimo e potrebbero andare avanti per pagine e pagine: per questo un approccio universale del tipo “Caro diario” non ha molto senso.
Prima di cominciare a scrivere: creare una struttura
Quello che invece può tornare utile, quale che sia la propria personalità, è avere delle regole precise. Queste aiuteranno a predisporsi all’atto della scrittura. Per esempio, scrivere sempre nello stesso posto – se si vuole anche con la stessa penna e/o lo stesso tipo di quaderno/agenda – e se possibile alla stessa ora ogni giorno: così quello che si consegnerà alla pagina sarà ancora più terapeutico perché sarà come un appuntamento dato a uno psicologo.
Prima di buttarsi sulla pagina bianca, e in tantissimi casi proprio per evitare il panico che viene al pensiero di doverne riempire una, bisogna ripensare agli eventi della giornata e scegliere quelli che sembrano più significativi e che ci hanno impattato maggiormente: si può immaginare come una versione personale di una riunione di redazione, dove si decidono i fatti più importanti (e quelli che non lo sono poi tanto).
Infine, non usare sempre la stessa struttura: a volte una pagina di diario risponde alla domanda “cosa ho imparato oggi?”, ma in altre circostanze ci si potrebbe trovare maggiormente a proprio agio nel riflettere in termini di “cosa mi aspetto dal futuro?”, “c’è una decisione che sto rimandando, e perché?”, e via discorrendo. Renderanno l’attività meno ripetitiva, e stimoleranno a continuare.